Con l’ordinanza n. 7995 del 26 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha confermato la validità della prova testimoniale fornita da un lavoratore per dimostrare l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato, criticando la decisione del Tribunale di Napoli che non aveva adeguatamente considerato tale prova.
Il caso riguardava un ricorso presentato dal lavoratore contro una società in liquidazione, per il riconoscimento di crediti derivanti da un rapporto di lavoro subordinato prestato dal 2009 al 2017.
Il Tribunale, però, aveva respinto la richiesta, ritenendo la prova testimoniale «inadeguata» e «irrilevante» ai fini della ricostruzione dei fatti.
Il lavoratore ha quindi impugnato il provvedimento in Cassazione, contestando la violazione dell’art. 2697 c.c. La Corte di Cassazione ha criticato la valutazione del Tribunale, evidenziando l’erroneità del suo ragionamento che aveva escluso la prova testimoniale senza un’adeguata considerazione.
La Corte ha ritenuto che i capitoli sui quali era stata richiesta la prova — relativi alle mansioni svolte, all’organizzazione aziendale, agli orari di lavoro, e ad altri aspetti — fossero pertinenti e utili per accertare la natura del rapporto di lavoro. Pertanto, la Suprema Corte ha cassato la decisione impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale di Napoli per un nuovo esame.