Il 23 aprile 2024 la Federal Trade Commission ha deciso di vietare, su tutto il territorio federale, i patti di non concorrenza stipulati tra datori di lavoro e lavoratori. Secondo la Commissione, l’esigenza di salvaguardare la posizione di mercato della singola impresa riduce oltremodo la mobilità lavorativa e le opportunità di carriera dei lavoratori, restringendone inevitabilmente la libertà contrattuale.
Questo approccio di tutela del lavoratore si allontana da quello adottato nel nostro ordinamento che, al contrario, nell’ambito della disciplina contenuta nell’articolo 2125 del Codice civile, cerca di bilanciare i contrapposti interessi datoriali e del lavoratore.
Con la rimozione totale delle clausole di non concorrenza viene messa al centro esclusivamente la possibilità di reinvestimento della professionalità del lavoratore: ciò segna una svolta nell’ambito del mercato del lavoro.
Alla luce di questa dicotomia, c’è da chiedersi quale tra i due modelli risulterà vincente nel lungo termine.