Il DM del 25 giugno 2024, emanato dal Ministro dell’Economia e Finanze, ha previsto che le imprese ed i professionisti che aumenteranno il numero di dipendenti a tempo indeterminato potranno beneficiare, a partire dal 1° gennaio 2024 di una maxi deduzione del 120%; si potrà arrivare fino al 130% se le assunzioni riguarderanno categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela (Allegato 1 del D.Lgs. n. 216/2023).
L’agevolazione spetta solo qualora l’attività sia stata esercitata nei 365 giorni antecedenti il primo giorno del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023. Sono escluse dall’agevolazione le imprese in liquidazione ordinaria nonché le imprese che si trovano in stato di liquidazione giudiziale o che abbiano fatto ricorso ad altri istituti di risoluzione della crisi di impresa di natura liquidatoria di cui al Codice della crisi.
Per verificare il diritto a ricevere l’agevolazione sono necessarie due verifiche sull’incremento occupazionale:
- l’agevolazione spetta nel caso in cui il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, al termine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, sia superiore al numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupati nel precedente periodo d’imposta;
- il precedente incremento occupazionale rileva a condizione che, al termine del periodo l’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, il numero dei lavoratori dipendenti, inclusi quelli a tempo determinato, sia superiore al numero degli stessi lavoratori mediamente occupati nel periodo d’imposta precedente. Il beneficio spetta dunque solo se, al termine del periodo d’imposta agevolato, l’incremento del numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato è accompagnato dall’incremento del numero complessivo dei lavoratori dipendenti.
La deduzione sul costo del lavoro è pari al 120% per tutte le nuove assunzioni stabili ed al 130% per alcune categorie di lavoratori “molto svantaggiati” secondo la normativa europea. Questi includono persone con disabilità, minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, donne con almeno due figli minori, giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile ed ex percettori del reddito di cittadinanza che non integrino i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione.